settembre 2022

Venerabile

PADRE DANIELE DA SAMARATE

frate cappuccino missionario lebbroso
 

            Sit nomen Domini benedictum

 

Settembre 2022
 

 Piccola Biografia in omaggio per te: Chiedila!

 

 

                       

                    Cari amici,

Pace e bene.

 

Tra le lettere di padre Daniele, ne troviamo una dell’11 luglio 1901, indirizzata a padre Carlo da S. Martino Olearo, Superiore della Missione. Il breve scritto non è una relazione sul ministero svolto e neppure una richiesta di indicazioni circa il comportamento da tenere; si tratta piuttosto di una lettera personale che accende una luce sui rapporti fraterni. 

Leggiamo:

 

Colonia do Prata

11 luglio 1901

 

            M. R. P. Carlo

            ho spedito alla V. P. M. R. una lettera a mezzo di fra Paolo nella quale mi lamentavo un po' di Padre Mattia, perché non ero molto soddisfatto di essere lui il superiore e io l'amministratore. Per amore della verità devo invece dirle che le cose vanno sempre più bene: lui ed io viviamo perfettamente in pace e andiamo perfettamente d'accordo.

            Il motivo di avere scritto e spedito quella lettera non fu altro che un malinteso causato più da fra Mansueto che da altro.

            Perciò le chiedo di ricredersi a rispetto di quello che le scrissi su fra Mattia. Infatti dopo aver parlato a lungo con lui, abbiamo concluso che tutto era né più né meno che un sotterfugio del diavolo, il quale sempre cerca di distruggere la pace, che fino allora eravamo riusciti a mantenere. Ed abbiamo pure concluso, diciamo la verità, che fu per istigazione di qualcuno.

            Quando avrò la felicità e la grazia di parlarle a voce, allora potrò spiegare meglio e chiarire quale è la causa di tutto.

            Chiedo per carità che stracci quella mia prima lettera.

            Riceva i miei ossequi e mi dia la sua paterna benedizione, volendo ricordarsi sempre del

 

                                                                                                           suo um.simo e risp.simo Figlio

                                                                                                                                          Fr. Daniele

 

 

La vita fraterna è allo stesso tempo un dono e una responsabilità. Il Signore, infatti, chiama e raduna i fratelli, perché ciascuno contribuisca a costruire il regno di Dio. Il Signore ama per primo e in forza di questa esperienza di amore si diventa capaci di generare relazioni davvero fraterne.

 

San Francesco d’Assisi scrive nella Regola: “E ovunque sono e si incontreranno i frati, si mostrino tra loro familiari l’uno con l’altro. E ciascuno manifesti all’altro con sicurezza le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, quanto più premurosamente uno deve amare e nutrire  il suo fratello spirituale?” (cap. VI).

 

Ecco la concretezza della vita fraterna riflessa nella lettera di padre Daniele. Ci sono momenti difficili e travagliati e basta una parola, una insinuazione per far sorgere malintesi, dissapori o piccole invidie. Il dialogo, “parlare a lungo l’uno con l’altro” rende accorti. Si svela chiaramente “il sotterfugio del demonio” che sempre cerca di “distruggere la pace” istigando qualcuno a prestargli il fianco.

 

L’abilità del nemico sta nel suscitare dubbi e mettere gli uni contro gli altri.

Lo Spirito, invece, rende trasparenti, umili, docili; apre gli occhi sulla realtà e dona la forza per scegliere le vie della comunione.

 

E’ bello vivere insieme e camminare insieme, l’amore tra fratelli è come olio profumato che scende e si effonde, il Signore dona così la sua benedizione.

 

 

fra claudio todeschini

 

 

 


Preghiamo

Preghiera della Fraternità

 

Signore, ti preghiamo:

perché ci conosciamo sempre meglio

e ci comprendiamo nei nostri desideri e nei nostri limiti.

 

Perché ciascuno di noi senta

e viva i bisogni degli altri.

 

Perché a nessuno sfuggano i momenti di stanchezza,

di disagio, di preoccupazione dell'altro.

 

Perché le nostre discussioni non ci dividano,

ma ci uniscano nella ricerca del vero e del bene.

 

Perché ciascuno di noi nel costruire la propria vita

non impedisca all'altro di vivere la sua.

 

Perché viviamo insieme i momenti di gioia di ciascuno

e guardiamo a Te che sei la fonte di ogni vera gioia.

 

Perché soprattutto ci amiamo

come Tu, o Padre, ci ami

e ciascuno voglia il vero bene degli altri.