agosto 2022

Venerabile

PADRE DANIELE DA SAMARATE

frate cappuccino missionario lebbroso
 

            Sit nomen Domini benedictum

 

Agosto 2022
 

 Piccola Biografia in omaggio per te: Chiedila!

 

 

                       

Cari amici,

Pace e bene.

 

Il 16 maggio 1901 padre Daniele scrive di nuovo al Visitatore padre Timoteo da Brescia, sollecitando una risposta circa la rescissione del contratto, cosa che il Governatore non vorrebbe. Nella lettera emerge con chiarezza la disponibilità assoluta all’obbedienza, anzi la pressante richiesta, perché il Superiore indichi che cosa si deve fare, tanto che il Nostro missionario conclude così: “Siamo inquieti per la paura di mancare a un nostro Superiore di ubbidienza”.

Senza obbedienza non c’è vita religiosa. “Se togliete al sacco le sue cuciture - dice san Giovanni Bosco - il sacco lascia fuggire ogni cosa. Così il religioso se non ha la cucitura dell’obbedienza, non può conservare nessuna virtù e cessa di essere religioso”.                    

Ecco la lettera di padre Daniele.

 

            R.mo Padre Visitatore 

avrebbe mandato il Dr. Hosanna per intendersi a voce com V. P. R.ma a questo rispetto. Io Le scrisse informando.

         Già Le scrisse a rispetto dell'esecuzione del di Lei ordine communicatoci per telegramma, che cioè il Governatore del Pará, attendendo alle suppliche e instanze dei Coloni christiani e indi fatte, a nostra insaputa, per mezzo del 1° Prefetto de pubblica sicurezza, ci pregò caldamente che non volessimo rescindere il contratto e che scrivessimo a questo rispetto a V. P. R.ma che ritirasse l'ordine; che egli da parte sua V. P. R. dello stato presente della Colonia, come pure chiedendoLe una risposta la quale mi dicesse se doveva insistere ciò non ostante per la rescissione del contratto, ovvero attendere, con una licenza, alla petizione del Governatore.

         Siccome mi sta più a cuore l'eseguire gli ordini dei miei Superiore che stare alle convenienze degli uomini grandi del Mondo, e d'altronde non avendo avuto finora nessuna risposta e schiarimento a questo rispetto, vengo ancora colla presente a sollecitar da V. P. R.ma che mi voglia dire il più presto possibile "cosa debbo fare?".

         Il Governatore ci ha usate molte gentilezze. Visto che c'erano alcune famiglie christiane le quali erano causa di disordini nella Colonia perché discreditavano i frati, ci ha autorizati a espellerle dalla Colonia, come abbiamo fatto, furono intanto espulse 2 famiglie più lavative quella cioè di Pedro Paulo e del vecchio Aguiar e dietro queste presero il foglio di via anche tutte le altre famiglie loro parenti; di forma che presentemente la Colonia sta purgata da tutto l'elemento cattivo. Oltre a ciò, egli ha mandato nella Colonia 2 soldati, buoni perché hanno famiglia, agli ordini dei frati e per garantire non dico la vita nostra, perché non c'è pericolo alcuno, ma il viver nostro pacifico e tranquillo. E dopo l'espulsione di dette famiglie e l'arrivo dei soldati la Colonia va benissimo non c'è più neanche un ubriaco.

         Di più faccio osservare che lasciando la Colonia adesso ne soffriamo un grandissimo pregiudizio, perché il Governatore, il quale per il contratto non sarebbe obbligato a indennizazzione alcuna, potrebbe fare il capriccioso e dire: non volete attendermi, ebbene arrangiatevi a pagare i vostri debbiti. In una parola, se V. P. R.ma vuol che si rescinda ad ogni modo il contratto, vedo conveniente aspettare la venuta del Padre Carlo, il quale certamente condurebbe il negozio a buon termine e nel caso di una retirata, egli saprebbe farla di una forma che ridonda in onore della nostra Missione, e noi non faremmo quella figura che disgraziatamente fecero i poveri P.P. Agostiniani. La prego quindi del favore di una risposta il più presto possibile, perché siamo inquieti per la paura di mancare a un nostro Superiore di ubbidienza.

         Riceva i miei umili sentimenti di Stima e considerazione e voglia benedire al

         D. V. P. R.ma Dev.mo Figlio

         Fr. Daniele de Samarate

         Miss. Capuchinho

San Francesco d’Assisi, a proposito dell’obbedienza perfetta, si esprime così: “Chi vorrà salvare la sua anima, la perderà”. Abbandona tutto quello che possiede e perde il suo corpo colui che sottomette totalmente sé stesso all’obbedienza nelle mani del suo superiore”.

L’obbedienza, la sottomissione, invece di creare schiavitù, genera la vera libertà di spirito. È il modo più genuino per lasciarsi condurre dallo Spirito del Signore. Benedetti i frati che hanno segnato la storia facendo il vangelo.

 

fra claudio todeschini

 

 

 


Preghiamo

Preghiamo con San Francesco d’assisi

 

Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio,

concedi a noi miseri di fare, per tuo amore,

ciò che sappiamo che tu vuoi,

e di volere sempre ciò che a te piace,

affinché, interiormente purificati,  

interiormente illuminati

e accesi dal fuoco dello Spirito Santo,

possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto,

il Signore nostro Gesù Cristo,  

e con l’aiuto della tua sola grazia giungere a te, o Altissimo,

che nella Trinità perfetta e nell’Unità semplice vivi e regni

e sei glorificato, Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli.

Amen.