aprile 2021

 

Venerabile

PADRE DANIELE DA SAMARATE

frate cappuccino missionario lebbroso
 

 

Cari amici,

Pace e Bene.

 

Celebrare la Pasqua, anche in tempi difficili, è ritrovare la via della vita.

Seguendo una tradizione tramandataci dalla pellegrina Egeria, nella basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, sin dalla prima domenica di Quaresima, nel solenne Ufficio vigiliare della notte si canta l’alleluia e dopo aver peregrinato al sepolcro di Cristo si proclama il Vangelo della risurrezione!

 

Attenti a dire deserto, senza dire anche che fiorirà!

Attenti a dire tentazioni senza dire anche che sono state tutte vinte!

Attenti a dire quaresima senza dire anche Pasqua!

Attenti a dire morte senza dire anche risurrezione!

 

Attenti perché l’uomo vive di ogni parola… che esce dalla bocca di Dio!

E dalla bocca di Dio viene la vita, l’armonia della vita.

Nel Diario di padre Daniele da Samarate (aprile 1921 come esempio di una costante), mi pare di trovare fatti e sentimenti che si “compongono”. Nei momenti più difficili si riapre il cielo della speranza.

 

5 Martedì.

Oggi si sono imbarcate per il Maranhão le ultime Suore che hanno lasciato il Prata. Hanno lavorato per 16 anni coraggiosamente nella direzione dell’Istituto del Prata dove si colsero tanti buoni frutti. Vanno adesso in altre terre a lavorare con la benedizione di Dio.

Ho sperato che venissero a trovarmi e a congedarsi per l’ultima volta, ma... non hanno potuto!...

C’è un dispiacere, evidentemente. Padre Daniele avrebbe desiderato vedere le Suore e invece…

Ma subito aggiunge:

Pazienza.

E’ come rischiarare l’orizzonte.

 

Una nuova difficoltà, e quanto pesante per lui. La celebrazione della S. Messa era per padre Daniele il ristoro e la grazia che gli consentiva di essere in stretta comunione con il Signore e con la sua gente, i suoi frati.

 

Il giorno 4 del corrente mese mi sono alzato per celebrare la S. Messa che a fatica ho potuto terminare. Ho celebrato per 4 giorni, ma poi ho dovuto sospendere di nuovo a causa della malattia che si è aggravata. Non ho potuto celebrare nei giorni 8, 9, 10, 11, 12 che ho trascorso prostrato a letto.

 

Eppure, proprio nell’ultimo di quei giorni di sofferenza, scrive:

 

12 Martedì.

Oggi ho avuto una lunga visita del mio amabile Superiore Regolare Fra Roberto, che mi ha consolato e sollevato nella mia infermità. Mi ha confessato e dato la santa benedizione.

 

E il giorno seguente:

 

13 Mercoledì. Patrocinio di S. Giuseppe.

Oggi mi sono alzato e ho celebrato la Messa in rendimento di grazie per il miglioramento. Gratias Deo.

 

Basta la fraternità, un piccolo miglioramento, per aprire l’animo alla riconoscenza: Grazie a Dio.

Così la vita si snoda e nella sua concretezza diventa il continuo passaggio dalla delusione alla speranza, dalla sofferenza alla gioia, dalla debolezza alla forza.

E’ la Pasqua, il passaggio di Gesù da questo mondo al Padre sul ponte della croce. Così matura la vita e raggiunge la sua pienezza.

 

Grazie, padre Daniele. Guidaci tu dietro a Gesù. Abbiamo bisogno di speranza, di gioia e di consolante fraternità.

 

Buona e santa Pasqua a tutti.

 

fra claudio todeschini

 

 


Preghiamo insieme

Signore,

donami la speranza di cui ho bisogno,

fai ardere dentro il mio cuore,

quotidianamente,

una fiaccola di luce che possa guidarmi,

anche quando le ombre

sembrano aver preso il sopravvento.

Donami la speranza che nutre la mia mente,

che non mi fa temere,

che mi ricorda che tu sei sempre accanto a me.

Signore,

sii tu la mia speranza,

regalandomi la tua presenza nel mio cuore,

la tua gioia nelle mie giornate,

il tuo amore nei miei sorrisi.

Che la tua speranza sia la bevanda

che disseta la mia bocca.

Grazie.