dicembre 2020

 

Dicembre 2020

Venerabile Servo di Dio

PADRE DANIELE DA SAMARATE

frate cappuccino missionario lebbroso

 

 

Cari amici,

 

Dicembre è l’ultimo mese dell’anno e l’accento pare cadere sulla conclusione di un periodo (che bello se proprio a dicembre quest’anno sparisse il virus…). Eppure dentro un nostro convenzionale finire c’è un inizio, nel mezzo dell’inverno spunta il Fiore, germoglia la Vita: è il Natale di Gesù (… anche quest’anno!).

 

Il tempo passa, i fatti accadono più o meno imprevisti, si muore e si nasce…

C’è tuttavia una “ordinarietà” che anela alla “novità”, avvolta magari nella nebbia, lungo strade senza uscita… pare davvero un travaglio, dolori di un parto perché nasca dall’amore un’anima d’uomo capace di amare, di donare, di moltiplicare la vita.

 

Apro ancora una volta il Diario di padre Daniele da Samarate: Dicembre 1920, e ritrovo il filo di una storia così umana e così piena del mistero dell’Amore seminato negli umili solchi dei giorni.

Alla casa “Retiro S. Francisco” nel lebbrosario di Tucunduba arrivano in visita i Frati: Roberto, Michele, aiutano il cappellano a confessare. La festa di Maria Immacolata (l’8 dicembre) è molto partecipata (60 Comunioni! Annota padre Daniele).

 

Ci sono momenti di tensione. Venerdì 1 dicembre: “Alle 7,30 è arrivato all’Ospizio il Prefetto Malcher con un gruppo di 12 soldati armati di fucile per reprimere un assalto che (secondo voci) gli ammalati avrebbero intenzione di effettuare. Sono corsi alle case dei capi del movimento, ma non hanno trovato nulla. Questa misura invece di calmare, acida e eccita ancor più gli animi. Una unica misura sanerebbe tutto!!!

E il giorno seguente il Nostro aggiunge: “L’Ospizio continua in stato di anomalia, senza sicurezza. È un vero caos e si vive sotto un’atmosfera di terrore senza sapere bene da chi è causata. I rivoltosi cominciano a temere la violenza di alcune misure”.

Il clima è tanto infuocato che padre Daniele ritiene opportuno non celebrare la Messa domenicale.

Passano alcuni giorni e al “Retiro” arrivano alcuni dottori per chiedere al Cappellano “di aiutarli con la mia influenza a calmare gli ammalati rivoltosi”.

Nel Diario troviamo scritto: “Altri dovrebbero capire questo!...”. E’ già la seconda allusione un po’ misteriosa. I dottori parlano anche con i lebbrosi, ma la visita non dà nessun risultato.

 

Nel frattempo anche Maria da Penha (la fedele infermiera di padre Daniele ) è assalita da attacchi di asma, poi “si è alzata un po’ meglio, grazie a Dio”.

 

Mancano due giorni a Natale: “Di sera, al chiaro di luna, sono andato in Convento a confessarmi. I Padri mi hanno accolto bene”.

Oh, padre Daniele, che bello accompagnarti in questa notte dove la grazia si fa perdono e nell’accoglienza brilla la carità.

E’ stato il preludio della Messa di mezzanotte che hai celebrato nell’Ospizio… “c’è stata molta partecipazione e molta devozione e rispetto”.

 

Torna allora il sereno: Oggi ho saputo che la S. Casa cambierà l’Amministratore dell’Ospizio. Buon provvedimento che restituirà la pace e l’ordine all’Ospizio, alterate per mancanza di tattica e prudenza. Così scrive il 28 dicembre e nei giorni seguenti: “Oggi ho avuto la visita del Direttore dell’Ospizio assieme al Sign. Antonio Augusto P. de Souza, che viene ad assumere l’incarico di Amministratore dei Lebbrosi in sostituzione al Sign. Cavalcante, trasferito alle Pompe Funebri, in conseguenza dei fatti avvenuti nell’Ospizio nei quali non ha saputo destreggiarsi. Il nuovo Amministratore mi ha fatto una buona impressione: sembra che sia dotato di molta prudenza, cosa che fa prevedere una buona amministrazione. Dio lo voglia.

L’Amministrazione del Sign. Cavalcante ha avuto alcune macchie che l’hanno costretto ad andarsene”.

Era questo che padre Daniele si aspettava, la novità che poteva riportare pace e dopo il Natale finalmente la pace ritorna.

 

Ecco al 31 dicembre, l’ultima nota del nostro amato missionario lebbroso: “Ho celebrato la Messa in ringraziamento a Dio per i benefici ottenuti durante l’anno che oggi finisce.

Ho avuto molte prove quest’anno, attacchi costanti di erisipela, febbri, e una prostrazione per influenza che mi ha costretto a letto per 43 giorni e mi ha abbattuto per molto tempo.

In conseguenza del mio stato non ho potuto svolgere il mio ministero nell’Ospizio, limitandomi a dare i sacramenti ai moribondi e a celebrare la Messa nei giorni di precetto”.

 

Benefici e prove si sono intrecciati e hanno guidato padre Daniele a “rendere grazie” in quella Messa che coinvolgeva sempre di più la sua vita con il Cristo che offriva nel sacrificio.

 

Che ne dici se anche noi celebrassimo il nostro “rendimento di grazie” accettando di assomigliare sempre più a quel Fiore, a quel Bambino che nel bel mezzo di una notte è venuto ad abitare in mezzo a noi?

Auguri.

fra claudio todeschini

 


Preghiamo insieme

Preghiamo con insistenza

(cf. Libro dell’Apocalisse 22,17ss)

 

Vieni, Signore Gesù!

Vieni, Signore Gesù!

Vieni Signore Gesù!

 

E lui risponde:

Sì vengo presto!

 

 

 

Vicepostulazione delVenerabile Servo di Dio

Padre Daniele da Samarate

* viale Piave, 2 – 20129 Milano

* via Cappuccini, 8 – 24121 Bergamo