aprile 2020

 

Aprile 2020

Quaresima “straordinaria”

 

 

 

Che effetto fa entrare nel Mistero pasquale, al compimento di questa Quaresima “straordinaria”?

 

Le disposizioni contenute nei Decreti governativi si sono fatte sempre più strette e le limitazioni che ci sono state imposte ci hanno fatto vivere un tempo di paura e di angoscia, di incertezza, “un tempo”, come ha scritto il Vescovo di Bergamo, “di esilio in cui si perde tutto… ma non la fede”.

Infatti la Parola non è imprigionata, la sua luce non è oscurata, e la sua efficacia non è venuta meno.

La fiducia grida: Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole che danno vita, e vita eterna!

 

1. Evitare strette di mano, abbracci e baci

Maria prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. E’ il profumo da “sprecare” ora sul corpo di Gesù, il corpo che è la sua famiglia, nessun divieto impedisce alla carità più spicciola di effondere un aroma prezioso.

Come è vile che dalle mani dei capi dei sacerdoti passino 30 monete d’argento nelle mani di Giuda per consegnare Gesù.

Ben più che un abbraccio è il gesto del discepolo amato che, durante la cena, si china sul petto di Gesù e gli chiede: “Chi è?”… il traditore!

Gesù compie un atto squisito di predilezione e di amicizia: intinto il boccone lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota.

Nella notte (non solo perché era buio!) … Giuda si avvicinò a Gesù e lo baciò. Era il segnale dato alle guardie… Ma Gesù: Amico per questo sei qui… Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?

 

2. Mantenere la distanza di almeno un metro tra le persone

E’ la Pasqua, memoriale del passaggio del Signore che ha liberato il suo popolo dalla schiavitù, perciò venuta la sera Gesù si mette a tavola con i dodici e al culmine di quella cena, l’ultima per lui, prende il pane, lo spezza e lo distribuisce tra loro: “Questo è il mio corpo” e così con il vino: “Bevetene tutti, questo è il mio sangue…”. Un contatto così stretto, così fisico e allo stesso tempo misterioso, spirituale.

Giovanni scrive che mentre cenavano… Gesù si alzò da tavola… prese un asciugamano se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua in un catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto… Il contatto con lui che ti lava ti restituisce alla tua dignità: servitore per amore, questa è la vita in verità. Al sorgere di dubbi e paure, ritorna alla mente uno dei primi incontri di Gesù: con il lebbroso… Lo voglio sii purificato, e lo toccò! Ma non fu contagiato Gesù, guarì invece il lebbroso!

 

3. Sono vietati assembramenti di persone

Una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo arriva nell’orto del Getsemani per catturare Gesù. E lui: Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi… ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre! (Ancora quel buio, ancora più fitto e non perché è notte!).

Un’altra folla si raduna al mattino (un giorno senza sole…!) e, incitata dai capi dei sacerdoti, chiede al governatore che sia rimesso in libertà Barabba, un delinquente, e Gesù, il Re dei Giudei, sia crocifisso.

Una truppa di soldati veste Gesù di porpora, intreccia una corona di spine e gliela mette sul capo. Si fanno beffe di lui: “Salve, re dei Giudei!” e lo colpiscono sul capo con una canna, gli sputano addosso…  Poi gli mettono di nuovo le sue vesti e lo conducono fuori per crocifiggerlo.

Gesù è in balia delle “folle”, lui che aveva parlato alle folle, le aveva sfamate, accolte come pecore senza pastore…

 

4. E’ sospesa l’attività dei tribunali

La lentezza della giustizia e dei processi è per noi oggi un dato ben noto.

E’ notte quando conducono Gesù dal sommo sacerdote. Là si riuniscono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Tutto il sinedrio (è il tribunale ebraico) cercano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovano.

E’ già tutto deciso. Macché diritti, difesa, avvocati… Gesù taceva, finché di fronte alla domanda del sommo sacerdote: “Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?”, non può non rispondere: “Io lo sono” e citando il profeta Daniele rivela la sua identità. Tutti si stracciano le vesti e gridano alla bestemmia. La sentenza è data: “E’ reo di morte”.

Si apre in fretta e furia un altro processo, quello romano. Al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio mettono in catene Gesù e lo consegnano a Pilato, il governatore romano. L’interrogatorio dimostra l’inconsistenza dell’accusa a livello civile, e poi un “re” in quello stato: è solo un uomo (e quale uomo!). Così lo presenta Pilato alla folla: Gesù uscì portando la corona di spine e il mantello di porpora.

L’invidia, la paura, le minacce… l’appello a Cesare (quell’urlo è la vera bestemmia: “Non abbiamo altro re che Cesare”!)… Pilato lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

 

5. E’ necessario lavarsi spesso le mani

Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: “Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi”.

La rinuncia alla propria responsabilità, la condanna di un innocente può essere forse “disinfettata” da un gesto come questo?

Perfino nei confronti di Caino, colpevole fratricida, c’era una protezione!

 

6. E’ sospesa la celebrazione delle SS. Messe, liturgie, processioni, Via crucis…

Gesù uscì portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Golgota.

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, e lo costrinsero a portare la sua croce.

Lo stringato racconto evangelico è intensamente vissuto dal popolo cristiano come la “Via crucis” con una serie di stazioni che concentrano l’attenzione contemplativa su Gesù.

Un condannato per le vie di Gerusalemme… lo precede il motivo della pena terribile che gli è stata inflitta: Gesù Nazareno Re dei Giudei… un cartello scritto in ebraico, latino e greco… in italiano, in inglese, in portoghese, in cinese, in arabo, in thailandese, in tagalo, in swaili…

E poi la Messa giunge alla sua pienezza. Accanto all’altare-croce stanno i fedeli: la Madre (fin qui è arrivata la sua fede), le donne che avevano seguito Gesù fin dalla Galilea (non sono fuggite come i suoi), il discepolo amato… e anche un centurione che lo riconoscerà Figlio di Dio!

Il Sacerdote steso sull’altare respira le sante parole: consegna la Madre al discepolo e il discepolo alla Madre, grida per la sete e ne riceve aceto, accoglie il ladro che lo prega e lo riconosce vero re: “Gesù ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Nel mistero di questo sacrificio Gesù grida: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato”. Nel buio delle tre del pomeriggio sussurra ancora: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Adesso può dire “E’ compiuto”. Ecco l’uomo che ha amato fino a consegnare sé stesso.

Chinato il capo donò lo Spirito.

Nella morte dona la vita.

Ite, Missa est… La Messa è finita, andate in pace!

 

7. I morti per coronavirus sono sottratti ai familiari e destinati alla cremazione

Non è consentita la celebrazione della Messa nelle esequie

Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodemo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e aloe. Essi presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura.

Quale venerazione per quel corpo martoriato.

La pietà popolare lo ha sempre visto innanzitutto in braccio a sua madre.

Forse non era mai accaduto quello che ora si è verificato: uomini e donne morti per contagio, fatti scivolare in un sacco e affidati alla cremazione… Il Signore provvede anche ora che i suoi figli non possono ricevere l’ultimo commiato nell’Eucaristia della comunità…

Forse non avremmo creduto che la misericordia del Padre arrivasse a tanto…

 

 

 

IL PRIMO GIORNO DELLA SETTIMANA…

E’ risorto, non è qui… non è un cadavere rianimato ma la rivelazione di Dio e della sua potenza di vita che vince la morte, il male.

E’ la fine del contagio e contro ogni recidiva è necessario seguire Lui, obbedire a lui.

Non c’è virus che non possa essere debellato dal suo amore fedele, dalla sua misericordia e dal suo perdono.

E’ lui il medico delle anime e dei corpi e ha chiamato uno ad uno i suoi discepoli perché continuino la sua opera.

La sua è vittoria definitiva, per sempre, la nostra è assicurata se ci conformiamo a lui, figli nel Figlio, figli che gridano in ogni momento, in ogni vicenda: Abbà, papà.

E se Dio è per noi chi sarà contro di noi?

Lui che per noi ha dato il suo Figlio come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?

 

 


Preghiamo insieme

Preghiera dei piccoli passi

di Antoine De Saint-Exupéry

 

Non ti chiedo né miracoli né visioni

ma solo la forza necessaria per questo giorno!

 

Rendimi attento e inventivo per scegliere al momento giusto

le conoscenze ed esperienze che mi toccano particolarmente.

Rendi più consapevoli le mie scelte nell’uso del mio tempo.

Donami di capire ciò che è essenziale e ciò che è soltanto secondario.

 

Io ti chiedo la forza, l’autocontrollo e la misura:

che non mi lasci, semplicemente, portare dalla vita

ma organizzi con sapienza lo svolgimento della giornata.

 

Aiutami a far fronte, il meglio possibile, all’immediato

e a riconoscere l’ora presente come la più importante.

 

Dammi di riconoscere con lucidità

che le difficoltà e i fallimenti che accompagnano la vita

sono occasione di crescita e maturazione.

 

Fa’ di me un uomo capace di raggiungere

coloro che hanno perso la speranza.

E dammi non quello che io desidero ma solo ciò di cui ho davvero bisogno.

 

Signore, insegnami l’arte dei piccoli passi.

Signore, concedimi la serenità per accettare le cose che non posso cambiare,

il coraggio per cambiare le cose che posso,

e la sapienza di comprendere la preziosità

della vita condotta ogni giorno con serenità,

gustando ogni momento quietamente, accettando la contrarietà

come il sentiero che conduce alla pace, accogliendo, come tu hai fatto,

questo mondo peccatore così qual è, non come mi piacerebbe che fosse.

 

Confidando che Tu, o Signore, ordinerai tutte le cose

nella misura in cui io mi sottometterò alla tua volontà,

perché possa vivere felice in questa vita e pienamente gioioso con te,

per sempre, nell'altra. Amen.