maggio 2019
|
Maggio 2019
95 anni di Cielo
Carissimi Amici
Sono passati 95 anni da quando padre Daniele da Samarate “passò da questo mondo al Padre” il 19 maggio 1924.
Non aveva ancora 48 anni.
Ne aveva passati 14 nella sua famiglia.
34 nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini di cui
26 nella Missione del Brasile.
Papa Francesco il 23 marzo 2017 lo ha dichiarato Venerabile.
Il culto è dovuto a Dio, ma il nostro Dio non è solitario, è comunione, circolazione di Amore (Padre e Figlio e Spirito Santo), è il Dio che costruisce famiglia, che nella sovrabbondanza del suo amore genera la vita. La sua creatura più bella ne porta l’immagine precisa e la somiglianza.
Padre Daniele, un “uomo di Dio”, del Dio che si è rivelato in Gesù, il più bello tra i figli dell’uomo, che manifesta in tutta la sua profondità la bellezza che salva il mondo: il Crocifisso.
Padre Daniele, lebbroso abbracciato al Crocifisso fino a diventare sua immagine.
Padre Daniele non è solo, un eroe… è un frate, fratello.
Venerare lui è entrare nella famiglia di Dio con lui, è amare una vita dolorosa, segregata, tormentata, ma illuminata dalla presenza… è riconoscere la carne di Cristo, è celebrare l’Eucaristia, il più grande e concreto ringraziamento dove uniti a Cristo si impara ad offrire se stessi.
Non sono passati invano questi anni e se ne facciamo memoria è perché il Padre chiama alla famiglia, dilata gli spazi, invita a partecipare alla sua festa, al suo banchetto.
Non abbiamo paura di rimanere contagiati, la lebbra è la bellezza che ti fa simile a Gesù per l’amore che esprime.
Spingici, padre Daniele!
* Padre Daniele, chi sei tu?
Sono un povero frate cappuccino
che il Signore ha amato e chiamato
a diventare missionario del suo Vangelo.
Sono partito da Samarate
pieno di entusiasmo,
ho sentito l'appello dei semplici, degli indios,
un invito che veniva da lontano
e sono arrivato nell'immenso Brasile.
Ho amato questa gente, piccoli e grandi,
ho messo tutto me stesso
nelle avventure in cui mi sono trovato.
A cavallo, in barca, a piedi
ho percorso tante leghe di Vangelo
perché non mi sono mai dimenticato
di essere con i miei frati
un inviato di Gesù.
Nel cuore dei bambini ho seminato la carezza del Padre
mi sono adoperato per l'unità delle famiglie
ho contribuito a fare della Colonia do Prata
una cittadella di progresso e di pace.
* Perché, padre Daniele, hai le mani e i piedi fasciati?
Amico mio,
la carità non dice mai basta.
Nel mio lavoro apostolico ho incontrato i lebbrosi
e sono diventato uno di loro.
E' stata una grazia grandissima che il Signore mi ha fatto
e sua Madre a Lourdes mi ha confermato.
Ho continuato ad offrire me stesso
Sono diventato molto simile a Gesù Crocifisso.
Anche separato dai miei frati
ho continuato ad essere fratello
a diffondere, pur in mezzo a incomprensioni e fatiche,
la gioia del Vangelo
e l'hanno accolto e capito i piccoli, i poveri, i lebbrosi
con i quali ogni giorno ho potuto dire a voce alta:
Io sono figlio di Dio.
Dio abita in me.
Posso essere tutto quello che desidero
perché Dio è il mio aiuto.
Non mi stanco mai
perché Dio è la mia forza.
Non sono mai ammalato e rattristato
perché Dio è la mia salute.
Non mi manca niente
perché Dio è il mio fornitore.
Proprio perché sono figlio di Dio,
sono unito alla Divina Presenza di mio Padre.
Io sono felice in tutto quello che intraprendo
perché il mio sapere e le mie conoscenze
aumentano in me ogni giorno che passa.
Amen.
E l'ho accolto e capito io,
diventato semente del Regno di Dio,
allo stadio in cui il seme muore, marcisce!
La mia ultima Messa
È stata il sacrificio di tutto me stesso
Sacrificio di ringraziamento al Padre
Stretto stretto a Gesù
Per amore fino alla fine.
Non aver paura
La mia lebbra profuma di Cristo
Le mie mani ti accarezzano
E, come posso,
ancora sorrido
perché Dio ti ama
e anch'io.
Preghiamo insieme