PADRE DANIELEda Samarate |
Quotidiani e riviste
fecero rimbalzare in Brasile e in Italia la "notizia" di padre Daniele
da Samarate. Commemorazioni ufficiali a Milano e al paese nativo... al
parlamento nazionale di Roma. Addirittura segni di grazia (una bambina
guarita nel 1926 a Torino), interesse dagli Stati Uniti... e poi libri,
pubblicazioni e anche monumenti... viene pubblicato il Diario in portoghese
e in italiano... davvero un'eco che non si è mai spenta e che ha
risvegliato anche nei frati Cappuccini il desiderio e l'impegno per offrire
a tutti la splendida testimonianza di padre Daniele.
È incominciata
così una corsa contro il tempo, una ricerca e una raccolta di documenti
originali, interviste a persone che, soprattutto in Brasile, conservavano
ricordi, racconti, conoscenze.
Finalmente, seguendo l'iter previsto nella
Chiesa, sono stati celebrati i processi per la beatificazione di padre
Daniele: quello rogatoriale di Milano, chiuso solennemente a Samarate dal
cardinale Carlo Maria Martini il 19 marzo 1997 e quello diocesano di Belém,
chiuso in modo altrettanto solenne dal vescovo ausiliare Carlos Verzeletti
il 30 agosto dello stesso anno. Il 4 luglio 1998 la Congregazione vaticana
per le cause dei Santi ha concesso il decreto di validità per i
due processi, quindi il cammino procede a livello sempre più alto.
Ma chi è in grado di calcolare
come l'umile figura di padre Daniele da Samarate conquista, senza tanto
rumore, persone che lo riconoscono fratello nel patire, benefattore nelle
necessità della vita, amico fedele dei piccoli e dei poveri, esempio
di fede incrollabile e di abbandono alla Provvidenza, patrono e intercessore
presso il Padre?...
La vostra ammirabile
pazienza ci consentirà certamente di rendervi partecipi di un fatto
che ci accadde all'indomani della chiusura del processo diocesano a Belém.
Una signora presente alla S. Messa del mattino, si accostò a padre
Apollonio Troesi, vicepostulatore della causa di beatificazione, e gli
consegnò un foglietto scritto a mano. Il marito l'aveva ricevuto
da un cappuccino, durante la confessione, a Rio de Janeiro nel 1940. Quale
sorpresa, quando scoprimmo che si trattava del "Credo" che padre Daniele
recitava ogni mattina con i suoi lebbrosi. Di questo anche a voi vorremmo
far dono.
Io
sono figlio di Dio.
Dio abita in
me.
Posso essere
tutto quello che desidero
perché
Dio è il mio aiuto.
Non mi stanco
mai
perché
Dio è la mia forza.
Non sono mai
ammalato e addolorato
perché
Dio è la mia salute.
Non mi manca
niente
perché
Dio è il mio fornitore.
Proprio perché
sono figlio di Dio,
sono unito alla
Divina Presenza di mio Padre.
Io sono felice
in tutto quello che intraprendo
perché
il mio sapere e le mie conoscenze
aumentano in
me ogni giorno che passa.
Amen.
E nel nome di padre
Daniele da Samarate frati, laici, persone di buona volontà, hanno
continuato e continuano la sua stessa opera di carità, di servizio
ai lebbrosi, ai piccoli, ai poveri.
I
santi non muoiono, perciò, oggi al Prata, divenuto lebbrosario di
stato, si lavora per il bene dei lebbrosi calpestando la stessa polvere
con lo spirito del Nostro servo di Dio e pare ad ogni momento di vederlo
sbucare tra una casetta e l'altra; ci si volge all'improvviso quando i
ragazzi (500!) affollano il "suo" collegio, pare di indovinare che si trovi
in mezzo a loro... certo quanta pazienza ancora con il povero popolo.
E a Tucunduba, presso Belém, dove ai tempi di padre Daniele si trovava
il lebbrosario oggi sono ammassate tante baracche di legno, di poveri spesso
emarginati alla periferia fangosa e puzzolente della grande città:
e lì la speranza illumina il lugubre nome del fiumicello... Tucunduba.
È così viva la presenza sua e dei suoi frati che avrebbero
voluto chiamarlo..."Frei Daniel di Tucunduba"!
Ma sempre in nome di quel dubbio
che fu suo, di non aver fatto ancora quanto dovremmo, si sono scoperte
altre zone da evangelizzare, da visitare, da "condividere"... come il rione
detto significativamente Pantanal.
E poi ancora "casa Andréa", ricovero
cittadino dei lebbrosi, dove ancora oggi si fa posto al nuovo arrivato
costruendo il letto con le sedie.
Vogliamo solo accennare
a tutto quest'oggi, nel rispetto della dignità del popolo
di elezione di padre Daniele, del popolo brasiliano; pressati comunque
dall'urgenza evangelica che la buona notizia per l'uomo, per tutto l'uomo,
raggiunga i suoi primi destinatari: i poveri!