PADRE DANIELEda Samarate |
Abbiamo preso il treno per Lourdes,
attraversando tutta la Spagna (Diario, 19 agosto 1909).
Ecco la nuova tappa!
Abbiamo visitato Nostra Signora. Mirabilia!!!
Ho celebrato nella Basilica del Rosario
all'altare della flagellazione. Sono andato alla grotta, ho fatto il bagno
e ho visto prodigi di fede e di pietà. (20-21 agosto).
Ci siamo fatti ormai attenti: le piccole
note, i punti esclamativi, le frasi contenute in una parola... e poi una
S. Messa celebrata all'altare di Gesù flagellato...
Padre Eliodoro ci offre la possibilità
di approfondire quanto avvenne.
Forse padre Daniele avrebbe aspettato
qualche grazia per l'intercessione della Madonna. Ed il miracolo gli fu
concesso, non della guarigione, ma quello più grande della conformità
al volere del Cielo.
Ecco come si esprime padre Daniele:
"Mi trovavo a Lourdes, il 21-22 Agosto del 1908 [in realtà dal
Diario: 20-21 agosto 1909]; era l'occasione di un triduo a S. Giovanna
d'Arco. Ho pregato con fede la Madonna; ho preso il bagno alla Piscina
miracolosa, e quando seppi l'ora della Processione Eucaristica, allora
io mi sono schierato in ordine cogli infermi per essere particolarmente
benedetto. Nel momento solenne, quando il Vescovo funzionante, passò
davanti a me, e mi vide in ginocchio, non riscontrando in me, esteriormente,
sintomi di malattia, si fermò e mi domandò: "Infirmus es?".
"Utique" risposi. Alzò l'Ostensorio e mentre tracciava il segno
di croce per benedirmi, i miei occhi si spalancarono più che mai,
fissando l'Ostia santa; e ricordandomi del lebbroso del Vangelo, la mie
labbra si aprirono istintivamente: "Domine, si vis, potes me mundare...".
Una voce interiore, misteriosa e ben sensibile al mio cuore, risponde:
"Non voglio... va' in pace, riceverai altra grazia... la tua malattia sarà
ad maiorem Dei gloriam, e per il maggior tuo bene spirituale". Da quel
momento mi sono trovato completamente trasformato: un senso di indicibile
conformità, accompagnato da una infinita giocondità e allegria,
invase la mia mente, il mio cuore, tutto il mio essere... e da quel momento
non ho più perso un solo minuto di serenità, e d'allora in
poi non ho più fatto una preghiera per la mia guarigione".
Ecco la grazia! Ecco il miracolo!
Non una sola volta abbiamo raccolto
dalle sue labbra queste parole: "Sia mille volte benedetto il Signore che
mi ha premiato con questa malattia".
Padre Daniele racconterà tante
volte questo meraviglioso incontro di Lourdes. Ne abbiamo colto i segnali
commossi nel Diario, ma lo ascolteranno a tu per tu le persone che lo circondano.
E come padre Eliodoro molti tramanderanno l'avvenimento raccolto dalla
viva voce del Frate.
Ci lascia comunque a dir poco impensieriti
e increduli che il "condannato ad una malattia incurabile" ringrazi e benedica
mille volte il Signore. Che la malattia poi (e quale malattia!) sia considerata
un premio, ci pare davvero incredibile!
Rinfrancato nello spirito riprende il
viaggio e arriva finalmente in Italia. Rivede i suoi frati, il suo paese
e i suoi familiari: papà e mamma sono già morti.
I medici di Milano lo mandano a Roma dal
famoso dermatologo prof. Campana, il quale formula una diagnosi precisa:
"È lebbra, caro Padre, ma guarirà". La cura prevede l'uso
di un farmaco introvabile, il Nastin e per padre Daniele sembra chiuso
il capitolo delle consulte mediche.
Adesso ormai sa con certezza quanto aveva
da sempre temuto di sapere.
La
voce di Lourdes chiede ora obbedienza...
Nel frattempo, può visitare le catacombe
ed entusiasmarsi per la fede dei primi cristiani; essere ricevuto due volte
dal Papa Pio X che gli concede una benedizione per il suo Istituto; raggiungere
Pompei: Ho raccomandato alla Vergine del Rosario la mia gente e tutti
gli amici. (27 settembre).
E poi ad Assisi proprio il 4 ottobre (Oggi
ho celebrato sulla tomba del nostro Serafico Padre al quale ho raccomandato
tutta la mia gente), quindi a Loreto, a Bologna e, ritornato in Provincia,
visita i confratelli nei vari conventi: un bagno di fraternità.
Non proseguiremo senza notare questa assidua
preghiera per la "sua gente", per "gli amici" e questo pellegrinare in
fraternità, quasi dimentico del suo male che, ormai è certo,
avanza.
Eccoci agli addii: Sono andato a Samarate
a congedarmi dai miei parenti. Mi sono unito agli altri per andare in processione
al Cimitero (7 novembre). C'è chi, piccola bambina allora, non
dimenticò più quel commosso saluto: Disse a tutti: Arrivederci
in cielo!, la cugina Maria Rossini lo raccontò fino ai suoi
ultimi giorni con appassionata lucidità (morì nel gennaio
1998!).
Credo che la mia salute migliorerà
ancor di più nel clima caldo, come aveva detto il medico, ed è
perciò che circa la metà del corrente mese io farò
ritorno alla mia cara Missione alla quale penso giorno e notte... È
meglio il caldo del Brasile, che la nebbiaccia malsana del Milanese
(dalla lettera del 1° novembre al padre Provinciale).
Eppure è un milanese che scrive!
Ultimi affari, ultime consegne e il 14
novembre padre Daniele riparte per il suo Brasile!